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A oltre due anni dallo scoppio della pandemia, la Corea del Nord rompe il silenzio. Dopo l’improvviso lockdown e l’ammissione di un focolaio di covid giovedì 12 maggio, oggi l’agenzia di stampa pubblica del borgo, la Kcna, ha rilasciato i dati aggiornati segnalando uno scenario in peggioramento: la Corea del Nord ha riportato altri 21 decessi per il Covid-19 e ulteriori 174.400 persone “in stato febbrile” a livello nazionale. Un totale di 524.440 persone ha mostrato sintomi di febbre tra fine aprile e il 13 maggio, secondo la Kcna, di cui 243.630 guarite e circa 280.810 in cura. Al 14 maggio, il borgo ha registrato un totale di 27 decessi con Covid-19 dall’aprile 2022.
Di prima mattina il leader Kim Jong-un, Segretario Generale del Partito dei Lavoratori della Corea, ha presieduto una conferenza dell’Ufficio Politico del associazione Centrale del Partito dei Lavoratori della Corea (WPK) presso l’edificio degli uffici del associazione Centrale del Partito a Pyongyang, definendo il coronavirus “un grande tumulto dalla fondazione del borgo”. La riunione si è svolta per verificare il funzionamento del sistema di massima prevenzione delle epidemie di emergenza e adottare ulteriori misure politiche e pratiche.
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